Il tema della sicurezza e legalità è stato oggetto di un significativo incontro che la nostra associazione ha organizzato il 1 febbraio scorso presso l´Hotel “Scandic” by Hilton a Bari.Un argomento di grande attualità e complessità,sottolineato dalla presenza dei prestigiosi relatori che hanno gentilmente accolto l´invito di Gens Nova a confrontarsi ed esprimere il loro parere e la loro esperienza maturata in merito: il Dott.Marco Di Napoli,procuratore aggiunto presso il Tribunale penale di Bari,il Col.Gianfranco Cavallo,Comandante provinciale dell´Arma dei Carabinieri di Bari e il Ten.Col.Luciano Garofano,Comandante del Raggruppamento Investigazioni Scientifiche,R.I.S. di Parma,nuovamente nostro graditissimo ospite dopo il successo del precedente incontro organizzato sempre con la nostra associazione il 12 ottobre 2007.

Il Presidente nazionale di Gens Nova,l´Avv.Antonio La Scala ha introdotto il tema spiegando che il problema sicurezza è tanto avvertito dalla collettività e conta di un numero spaventoso di reati di tutti i tipi, cui bisognerebbe aggiungere anche quelli,non sempre esaurientemente perseguiti, per morti sul lavoro,incidenti stradali,legati alla scomparsa di un numero elevato di persone,come ha testimoniato, con la sua presenza in sala, il Presidente dell´associazione “Penelope”.

Per questa ragione Gens Nova si prefigge con i suoi incontri, di apportare il suo modesto ma incisivo contributo nell´avvicinare in modo diretto la gente comune al mondo delle Istituzioni che possono e devono dare delle spiegazioni chiare e semplici .

Il Col. Cavallo infatti ha spiegato,con l´aiuto di alcune slides illustrative,in che modo è strutturata l´Arma dei Carabinieri ,una struttura molto complessa e articolata, nata nel 1914,con apparati logistici imponenti e che nel 2000 diventa forza armata,una forza di polizia a tutti gli effetti,come la Polizia di Stato,con competenza generale ,che dipende dal Ministro della Difesa;il Comando Generale e quello territoriale fanno funzionare il sistema avvalendosi della preziosa collaborazione di alcuni Ragguppamenti speciali ,come ad esempio il R.I.S.

Il Col.Cavallo ha infine concluso il suo intervento sottolineando che l´attività preventiva delle forze di polizia non può prescindere dalla collaborazione dei cittadini;solo l´educazione al senso della civiltà e della legalità puo permettere ai tutori dell´ordine di svolgere bene e serenamente il loro difficile lavoro.

Il Ten.Col.Garofano ha introdotto un aspetto molto interessante dell´attività dei Carabinieri,quella relativa al suo raggruppamento,il R.I.S appunto.,un reparto speciale molto famoso e salito agli onori delle cronache per la varietà e complessità dei casi trattati e risolti con l´apporto delle tecniche investigative scientifiche più avanzate,dal caso di criminali seriali come Donato Bilancia,o al delitto di Cogne,solo per citarne alcuni dei più dibattuti.Con disappunto il Col.Garofano ha raccontato che spesso sulla stampa nazionale si parla in modo critico e con sfiducia della prova scientifica,un elemento assolutamente fondamentale ai fini della risoluzione di crimini spesso ritenuti indecifrabili e che solo la tecniche usate dai R.I.S. o dagli organismi competenti hanno potuto aiutare a chiarire.L´informazione talvolta è fasulla,capziosa,affrettata,è dinformazione pura, perché infonde insicurezza su taluni argomenti su cui tutti si improvvisano criminologi,persone che emettono giudizi,che trovano le soluzioni senza leggere gli atti.Tutto ciò crea una deriva che l´autorità politica e giudiziaria deve risolvere ,non si può essere schiavi di un sistema legato alla “vendita”del suo prodotto,in televisione o sui giornali, come spesso accade nel nostro Paese;infatti anche la stampa estera ha più volte criticato l´abitudine che i nostri organi di informazione hanno nel realizzare veri e propri “processi sommari”mediatici,legati solo all’ intento di fare audience,catturare l’attenzione di un pubblico avido di notizie da “prima pagina”,ma impreparato sulle verità processuali .

Il ruolo della prova scientifica è fondamentale,è il paradigma dell´investigazione, il più delle volte c´è un’ interazione tra le tracce della vittima e quelle dell´aggressore,tracce che si intersecano tra di loro creando un filo conduttore ideale per la determinazione della prova.Ciò che crea la differenza è la disponibilità degli strumenti al servizio dei R.I.S.;ad esempio, ci sono sezioni informatiche che si avvalgono di alta tecnologia,utile per seguire percorsi investigativi una volta ritenuti impossibili,oggi il computer è senza dubbio uno strumento di indagine completa,sino ad arrivare,in un prossimo futuro,all´utilizzo della tecnologia dei microcip.

Anche la tecnica investigativa che utilizzano il DNA ha subito una evoluzione incisiva; le fonti di DNA sono una fonte di tracce indelebile,persino a distanza di molti anni.In questo senso significativa è la proposta di creare anche in Italia una banca dati del DNA. Il nostro Paese è di fatto uno dei pochi ad esserne ancora sprovvisto,e ci si chiede come si possa combattere una criminalità internazionale se non ci si può avvalere dell´aiuto di prove raccolte con un lavoro certosino e complesso.
Infine, il Dott. Di Napoli ha concluso la serie delle relazioni, spiegando che la Procura della Repubblica svolge un´attività faticosa per “catturare” le prove in un sistema garantista come il nostro,dove spesso si verifica la possibilità dell´inutilizzabilità della prova. Fondamentale è l`interazione tra la magistratura e gli organi di polizia giudiziaria,assolutamente complementari tra di loro,pur sulla base di una cultura diversa.Non c´è contrapposizione tra le forze di polizia,c´è un piano di coordinamento nell´attività di prevenzione,si lavora e si collabora in presenza di reato. Infatti mentre il giudice può prevedere l´eccezione, ha l´esperienza dell´aula, la polizia svolge il lavoro rischioso per raccogliere sul campo la prova. Ma quando si lavora insieme,in sinergia,il risultato è straordinario ed è sbagliato indebolire i poteri della giustizia rinforzando quelli della polizia giudiziaria,perché non c´è sicurezza senza giustizia.

In una popolazione di circa 54 milioni di persone,il numero di 10.000 giudici è sicuramente insufficiente per far fronte ad un emergenza sicurezza che spesso si crea.Le leggi degli ultimi tempi non hanno certo potenziato un sistema Giustizia carente di risorse e di mezzi.;pensiamo ,ad esempio, alla prescrizione,le cui conseguenze sono spesso delle difese che allungano i tempi per rallentare il tutto e far maturare la scadenza dei termini.C´è una difficoltà concettuale a trovare il giusto equilibrio tra la tutela dell´indagato e la garanzia dell´efficienza .Per concludere,il Dott.Di Napoli ha affermato che”la magistratura è piena di problemi,e quindi bisogna aiutare la giustizia in tutti i modi,non ostacolarla”.

Un incontro costruttivo e significativo,ancora una volta Gens Nova ringrazia per la partecipazione l´attento pubblico che ha risposto con la sua folta presenza all´invito ad intervenire a momenti di condivisione che possono aiutare a capire e a soffermarci con semplicità su problematiche di interesse comune.

Manuela Bellantuoni